Biodegradabile e compostabile
Dare un nome alle cose è il primo passo per conoscerle, spiegarne il significato il secondo, dire che i loro nomi vivono dentro a delle definizioni precise date da norme legislative è sicuramente il terzo per conoscerle e il primo per allontanarci da loro per sempre.
Oggi proverò a percorrere con voi i primi tre passi cercando di non spaventare nessuno più del necessario.
LE DIFFERENZE Il significato di biodegradabile
Quando sentiamo in tv o leggiamo da qualche parte la parola biodegradabile, nella nostra testa si scatenano libere associazioni di idee: “ok per ambiente”, “frutta e verdura”, “è qualcosa di verde” (oppure grande confusione mentale).
In ogni caso più o meno ci siamo, ma qualcosa è meno vero di altro.
Facendo due passi scopriamo che la biodegradazione è la degradazione di un materiale (a prescindere che sia di origine naturale o sintetico) attraverso processi enzimatici per azione (generalmente combinata) di microorganismi (tipo i funghi e i batteri).
In parole semplici, un materiale biodegradabile si decompone completamente in natura, tornando ad essere parte del ciclo biologico. Il materiale si trasforma in sostanze primarie, come acqua, anidride carbonica e sali minerali, che possono essere riutilizzate dagli organismi viventi.
La biodegradabilità è la capacità di sostanze e materiali organici di essere scomposti in sostanze più semplici mediante l’attività enzimatica di microrganismi.
La biodegradabilità è importante per:
- Ridurre i rifiuti: I materiali biodegradabili si decompongono in natura, evitando di accumularsi nelle discariche e di inquinare l’ambiente.
- Conservare le risorse: I materiali biodegradabili possono essere ricavati da fonti rinnovabili, come le biomasse vegetali, contribuendo a ridurre l’utilizzo di risorse non rinnovabili come il petrolio.
- Proteggere l’ambiente: La biodegradabilità dei materiali aiuta a mantenere un ciclo naturale degli elementi, evitando l’accumulo di sostanze inquinanti nell’ambiente.
Esempio di materiali biodegradabili
- Carta
- Legno
- Cibi
- Tessuti naturali (cotone, lana)
- Materie plastiche biodegradabili (derivate da amido, cellulosa, etc.)
Il modo in cui un materiale è biodegradabile non è sempre lo stesso. Ecco che quindi è importante conoscere le differenze tra i vari tipi di biodegradazione:
Tipi di biodegradazione La biodegradazione può essere totale
Nel caso di una biodegradazione totale si parla di mineralizzazione (ma non c’entrano le rocce) e cioè produrre una conversione completa in acqua, anidride carbonica e sali minerali: questo succede a lasciare frutta e verdura di fronte a casa, ma ci sono idee più intelligenti.
Tipi di biodegradazione La biodegradazione può essere primaria o funzionale
Nel caso della biodegradazione primaria (funzionale) le molecole del materiale, mentre questo viene sottoposto a “trasformazione strutturale”, perdono “gruppi funzionali”, ma insomma, qualcosa rimane.
Tipi di biodegradazione Differenza tra biodegradazione totale e biodegradazione primaria
La differenza tra biodegradazione totale e biodegradazione primaria è rilevante poiché spesso la biodegradazione di composti sintetici (che è del secondo tipo) dà luogo ad altri composti egualmente dannosi per l’ambiente, o anche più tossici anche se meno stabili e più facilmente degradabili.
Per questo motivo biodegradazione primaria non sempre vuol dire “ok per ambiente” ed è per questo che hanno fatto le norme: per stabilire entro quali confini potesse vivere la parola “biodegradabile” in etichetta, ed entro quali confini potesse essere “ok per ambiente”.
Lo standard europeo (perché le norme e gli standard sono diversi da qui agli Stati Uniti) EN 13432 ci dice che possiamo dire che qualcosa è biodegradabile se il materiale si degrada per il 90% in 6 mesi sotto determinate condizioni di laboratorio. (Laboratory test method EN14046).
LE DIFFERENZE Il significato di compostabile
Conoscere il significato di biodegradabilità non è sufficiente. È importante infatti conoscere e fare distinzione tra una materiale biodegradabile e un materiale compostabile.
La compostabilità è la capacità di un materiale biodegradabile di trasformarsi in compost, un ammendante naturale per il terreno.
È importante ricordare che non tutti i materiali biodegradabili sono compostabili.
Se qualcosa è classificato come compostabile, allora sicuramente è anche biodegradabile, ma non vale il viceversa, perché lo stesso standard EN 13432 prevede altri requisiti oltre a quello di biodegradabilità per far vivere questa definizione e perché effettivamente un dato materiale si tramuti in compost tramite il processo industriale.
Questi requisiti sono la disintegrabilità, cioè la frammentazione e perdita di visibilità nel compost finale, biodegradato insieme ad altri rifiuti organici per tre mesi – quindi tempo dimezzato rispetto a quello previsto per definizione di biodegradabilità – l’assenza di contaminazione visiva, (ma proprio che il compost viene vagliato con un setaccio di 2 mm di luce e se c’è più del 10% del materiale che non si è disintegrato allora nisba, per l’EN14045), bassi livelli di metalli pesanti, costanza di alcuni parametri chimico-fisici (tipo il pH) dopo processo di biodegradazione, assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio.
BIODEGRADABILE E COMPOSTABILE Come queste informazioni ti sono utili nel quotidiano?
Come tutto questo ci interessa nel concreto? Beh, non posso buttare nello stesso posto una cosa solo biodegradabile e una cosa compostabile, la prima non va nell’organico, la seconda sì: quindi occorre leggere bene le etichette.
Ecco qualche esempio…
Il legno non trattato è sempre compostabile.
La carta igienica è sempre compostabile, così pure carta e cartoncino semplici a meno di additivi o patine (una rivista è biodegradabile, ma non è compostabile se patinata, e in ogni caso le graffette vanno tolte).
Gli imballaggi in carta dei prodotti rivenduti da Friendly Shop sono appunto compostabili, perchè di cartoncino con inchiostro ad acqua e di origine vegetale.
Questi imballi sono compostabili ma riciclare è sempre meglio di compostare, perchè riciclare porta alla produzione di un nuovo prodotto con valore equivalente o maggiore.
Va bene gettarli nell’organico nel momento in cui carta e cartoncino sono sporchi di residui organici/alimentari.
Per gli oggetti in bioplastica (sacchetti, bottiglie, etc) bisogna fare fede alla dicitura: è biodegradabile e compostabile solo se esiste una dicitura con il richiamo alla norma EN 13432.
Per ulteriori approfondimenti: leggi gli approfondimenti
Biodegradabile e compostabile Domande frequenti
Qual è la differenza tra biodegradabile e compostabile?
La differenza principale tra biodegradabile e compostabile sta nel modo in cui i materiali si degradano e ritornano al ciclo naturale.
La principale distinzione è che i materiali compostabili sono progettati per degradarsi in compost utilizzabile, mentre i materiali biodegradabili possono semplicemente ritornare al ciclo naturale in forme più semplici senza necessariamente diventare compost.
Dove buttare packaging biodegradabile e compostabile?
Il modo migliore di smaltire il packaging biodegradabile o compostabile dipende da diversi fattori, inclusi le infrastrutture locali e le politiche di gestione dei rifiuti della tua zona. Alcune opzioni sono:
- Compostaggio domestico: Assicurati che il packaging sia effettivamente compostabile seguendo le indicazioni sull'imballaggio e controllando se ha certificazioni come il logo del Compostable Biodegradable Products Institute (BPI).
- Raccolta differenziata: Il packaging biodegradabile o compostabile può essere smaltito attraverso il programma di raccolta differenziata. Controlla le linee guida del tuo comune per sapere se accetta questi materiali.
- Rifiuti organici: Se il packaging biodegradabile o compostabile non può essere compostato, potrebbe essere accettato nei rifiuti organici insieme ai resti alimentari e ad altri materiali organici. Controlla le linee guida del tuo comune per la gestione dei rifiuti organici.
- Indifferenziata: se il packaging non è certificato compostabile, le linee guida del tuo comune non sono chiare non resta che buttarlo nell'indifferenziata.
Il packaging biodegradabile e compostabile è l'opzione migliore?
Il packaging biodegradabile e compostabile non è necessariamente migliore per l'ambiente rispetto ad altre tipologie di packaging. La scelta di un packaging sostenibile deve considerare l'intero ciclo di vita del prodotto, dalla produzione allo smaltimento e anche alla possibilità di riciclarlo.
È importante ridurre il consumo di packaging in generale, indipendentemente dal materiale di cui è fatto. Quando invece il packaging si rende necessario è meglio prediligere soluzioni come la carta, l'alluminio e il vetro.
Comments (2)
Comments are closed.