Fast Fashion
Nello scorso articolo abbiamo spiegato nel dettaglio il significato di “fast fashion” e tutte le conseguenze che comporta questo tipo di produzione e di consumo. Molto probabilmente dopo aver letto l’articolo, oltre a esserti sentitə arrabbiatə e triste, ti sarai anche chiestə: “sì ok, ma adesso cosa faccio se voglio comprare dei vestiti ?”.
Questo articolo, ti sarà d’aiuto per rispondere a questa domanda!
Ecco alcune delle possibili alternative, che andremo a spiegare nel dettaglio: valorizzare ciò che hai già, comprare usato, comprare etico.
ALTERNATIVE ALLA FAST FASHION Usa quello che hai già, sì, anche se proviene dalla fast fashion
Eh sì, una delle prime cose da fare dopo aver scoperto il mondo della fast fashion è fermarsi un attimo e analizzare bene quello che già si ha. Tranne in determinati e particolare casi, mi sento tranquillamente di dire che la maggior parte di noi ha veramente tantissimi vestiti nell’armadio, molti di più di quelli che ci servono: vestiti che ora non piacciono più ma forse tra qualche anno sì, abiti con qualche difetto che non abbiamo mai portato a riparare, capi che dovremmo stringere, capi per cui dobbiamo cambiare la nostra forma fisica per poterci rientrare o semplicemente abiti che abbiamo dimenticato di avere.
Praticamente abbiamo già tutto quello che effettivamente ci serve e quando ci si ferma un attimo, ci si rende conto che non c’è bisogno di comprare qualcosa di nuovo ogni mese o ogni settimana.
Quindi, il primo passo è sicuramente quello di rivalutare quello che si ha e sfruttare al massimo tutto il guardaroba: fai le riparazioni che ritieni necessarie per poter indossare quello che non indossavi mai, libera il tuo armadio donando o regalando quello che sicuramente non metterai mai più e valorizza ciò che già usi. Quando ho iniziato il mio percorso, questo primo passo mi ha portato a non comprare abiti nuovi per molti mesi!
ALTERNATIVE ALLA FAST FASHION Acquistare: pensa prima di comprare
Prima di affrontare il tema del tipo di acquisto (usato o etico), è importante secondo me fare una precisazione.
Quello che va cambiato non è solo il tipo di acquisto, ma la modalità con cui si fanno gli acquisti.
Acquistare in modo frenetico e compulsivo capi usati e etici, non è una scelta vincente. Stiamo comunque probabilmente acquistando qualcosa che non ci serve e che dopo qualche tempo dimenticheremo nell’armadio.
Ecco perchè il mio consiglio è quello di capire che cosa si utilizza più frequentemente, che cosa continua a piacerci dopo tanto tempo e investire quindi in capi di abbigliamento che ci convincano al 100% e che possano durare nel tempo.
ALTERNATIVE ALLA FAST FASHION Acquistare: usato o vintage
Beh, magari non diventa migliore ma quando compri usato qualcosa per migliorare il mondo lo stai sicuramente facendo!
Se decidi che vuoi ampliare il tuo guardaroba, sicuramente acquistare usato o vintage è infatti una delle soluzioni più sostenibili che tu possa scegliere.
Acquistare usato significa utilizzare qualcosa che è già stato messo in circolo, significa dare valore alle risorse che sono state impiegate per produrre quel capo e significa non aumentare la richiesta di nuove produzioni.
Comprare usato (=seconda mano), spesso significa anche riuscire a spendere poco, portandosi a casa dei capi in ottime condizioni.
Il vintage (non sempre) ha dei prezzi più alti, in quanto comprende spesso capi di alta moda di annate precedenti a quella attuale che, anche se proposti a un prezzo notevolemente più basso rispetto al prezzo originale, rimane comunque più alto rispetto al classico usato.
Dove si compra usato?
Ci sono diversi negozi, fisici e online, che rivendono questo tipo di merce e ci sono degli strumenti che utilizzo per trovare quelli più adatti a me, ve li elenco qui di seguito:
App Mercato Circolare
Questa app segnala tutte le attività vicine a te che seguono l’idea di economia circolare. Non troverai quindi solamente negozi di abbigliamento usato, ma anche negozi di sfuso, di riparazione e via di seguito. Ovviamente appaiono solo i negozi che vengono segnalati dagli utenti o che richiedono di essere inseriti, quindi non è una lista completa, ma è sicuramente un ottimo inizio.
Mappa della Rete Zero Waste
Anche questo è un altro strumento utilissimo che indica negozi di usato, di sfuso e anche case dell’acqua. Se stai cercando usato, puoi anche impostare un filtro che mostri solamente negozi di usato.
Anche in questo caso la mappa si completa grazie alle segnalazioni di chi la utilizza!
Depop
Questa app è utilissima per acquistare e vendere abbigliamento e accessori usati. Funziona un po’ come Instagram: crei il tuo profilo e segui quelli che ti interessano. Qui puoi trovare usato proveniente dalla fast fashion, di marca, di alta moda, di sartoria e ovviamente ci sono anche i profili dei negozi che rivendono questi prodotti.
Io la utilizzo molto quando voglio acquistare abiti usati di una marca che mi piace molto: basta cercare il nome dell’azienda e compariranno tutte le foto in cui è stato usato come hashtag.
Vinted
Vinted offre la possibilità di vendere capi usati con molta semplicità. Le commissioni sono inesistenti e le proposte presenti sulla piattaforma sono davvero accessibili. App utilissima per chi non vuole spendere molto e non cerca necessariamente brand particolari o di lusso.
ALTERNATIVE ALLA FAST FASHION Acquistare: moda etica e sostenibile
Un’altra soluzione per evitare la fast fashion è quella di acquistare da aziende che appartengono alla moda etica.
Per me, un’azienda etica è un’azienda che in primis produce rispettando i lavoratori e che è trasparente nel raccontarlo, insieme però ad altri fattori come i tessuti, il packaging, la spedizione, la provenienza, ecc.
Acquistare etico in questo caso significa sostenere piccole aziende che cercano di farsi spazio in un mercato che predilige il basso costo e l’infinita scelta di abbigliamento, significa supportare dei bellissimi progetti umanitari, significa a volte dare possibilità di sviluppo a comunità in paesi in via di sviluppo o in zone rurali, significa acquistare capi realizzati con materiali naturali o riciclati e investire in abiti duraturi.
Qui di seguito voglio elencarti i nomi di alcune aziende di questo tipo, che mi piacciono personalmente per come raccontano e svolgono il loro lavoro e per i valori che condivido con loro. Tutte queste aziende si impegnano attivamente sui social per sensibilizzare le persone sulla fast fashion e su ciò che comporta.
People Tree
Questa azienda nasce nel 1991 ed è meravigliosa. Oltre ad utilizzare tessuti principalmente naturali e tinture a basso impatto ambientale, collabora con diversi lavoratori in 6 Paesi differenti, garantendo gli standard FairTrade e GOTS. Una grossa parte del loro lavoro, è lavorare a contatto con persone in paesi in via di sviluppo, di modo da avviare aziende che possano sostenere economicamente un’intera comunità. Oltre a tutto questo, la scelta tra abbigliamento e accessori è davvero ampia e i prezzi accessibili, considerando il tipo di prodotto e lavoro di cui stiamo parlando.
Thinking Mu
Questa azienda è spagnola, produce abbigliamento realizzato con tessuti naturali come cotone bio, canapa, lino e ha un progetto che si chiama Trash, da cui nascono capi con tessuti riciclati derivanti da vecchi indumenti, un progetto che fa un grande passo verso l’economia circolare.
La produzione avviene tra Spagna e India, in quest’ultimo paese lavorano con la stessa comunità di quando hanno iniziato, una relazione che li ha aiutati a svilupparsi economicamente. Nei loro laboratori, non c’è sfruttamento lavorativo, minorile, discriminazione o ore di lavoro eccessive, garantiscono salari dignitosi e un ambiente di lavoro sano e pulito.
Rifò
Un progetto 100% italiano che puoi trovare nel nostro shop, che nasce con l’idea di rendere sostenibili tessuti che non sempre lo sono, realizzando quindi abiti in cotone o lana rigenerati, e per combattere in prima linea il concetto di fast fashion.
Il cashmere usato per produrre maglioni, fasce, sciarpe, guanti o cappelli è realizzato da vecchi indumenti trinciati e trasformati in un nuovo filato che viene utilizzato per la produzione di nuovi capi.
Le tshirt di cotone sono realizzate utilizzando un sistema innovativo: cotone rigenerato e bottigliette di plastica raccolte dal mare. Ogni t-shirt è infatti fatta con un 1kg di scarti di cotone e 4-5 bottigliette di plastica e, se pensate che normalmente una tshirt richiede 2700 litri d’acqua e questa ne richiede solamente 30, questa produzione è da considerarsi unica nel suo genere e super sostenibile.